Assortimento di pillole e capsule, simbolo del problema della politerapia e della necessità di deprescrizione

La deprescrizione è una strategia fondamentale per migliorare la sicurezza dei trattamenti farmacologici, specialmente nei pazienti in politerapia.
Secondo il Ministero della Salute, gli errori terapeutici sono responsabili di eventi avversi gravi, spesso evitabili con un'adeguata pianificazione.
La politerapia, soprattutto nei pazienti anziani, può aumentare il rischio di reazioni avverse ai farmaci (ADR) e inappropriatezza prescrittiva.
Il fenomeno della "cascata prescrittiva" evidenzia l'urgenza di valutare ogni farmaco per il suo rapporto rischio-beneficio, favorendo approcci terapeutici agili.
La gestione integrata tra specialisti e medici di base è essenziale per evitare sovrapposizioni e ottimizzare i trattamenti.
Una revisione regolare delle terapie e un'adeguata formazione medica possono ridurre i rischi e migliorare gli esiti clinici.

Un panino con metro da sarto che simboleggia il controllo del peso e la relazione con il cibo

L'obesità è una condizione complessa che non si limita al semplice accumulo di grasso corporeo, ma coinvolge aspetti psicologici, psicopatologici e sociali. La diagnosi richiede l'analisi di comorbilità psichiatriche, come ansia, depressione e il disturbo da alimentazione incontrollata (BED). Quest’ultimo si manifesta con abbuffate ricorrenti senza comportamenti compensatori, sottolineando un discontrollo cognitivo legato alla gratificazione immediata.
Oltre agli aspetti mentali, l’obesità aumenta il rischio di patologie organiche e di stigmatizzazione sociale, influenzando negativamente la qualità della vita.
Un approccio efficace deve integrare modifiche dello stile di vita, miglioramento dell'autoefficacia percepita e supporto psicoterapeutico.
Ripristinare un'alimentazione equilibrata e lavorare sull'autostima sono passi fondamentali per aiutare il paziente a ritrovare il benessere.

Illustrazione digitale della parola "Burn-out" con effetto infuocato, accompagnata da una mano stilizzata e la parola "Stress" in dissolvenza.

Il burn-out è una condizione di esaurimento emotivo e fisico che colpisce soprattutto le professioni d’aiuto come medici, psicologi, infermieri e insegnanti.
Questo fenomeno è legato a stress lavorativo cronico, con effetti negativi sulla salute mentale e fisica.
Tra i sintomi più comuni vi sono ansia, depressione, insonnia, rigidità emotiva e difficoltà relazionali.

Il Decreto Legislativo 81/2008 sottolinea l’importanza di creare un ambiente di lavoro sano, che prevenga il logorio professionale e promuova il benessere organizzativo. Una strategia efficace è lo sviluppo della resilienza, ovvero la capacità di adattarsi alle difficoltà senza subirne gli effetti negativi.

Un altro approccio innovativo è il fitness cognitivo-emotivo, un allenamento mentale che aiuta i professionisti a gestire le emozioni, migliorare la concentrazione e sviluppare capacità decisionali. Attraverso esercizi specifici, il fitness cognitivo favorisce la creatività e la gestione dello stress, mentre il fitness emotivo aiuta a sviluppare relazioni sane e a migliorare l’intelligenza emotiva.

Adottare strategie di prevenzione e potenziamento personale è fondamentale per contrastare il burn-out e migliorare la qualità della vita lavorativa.
L’allenamento mentale costante, come nello sport, è la chiave per mantenere un equilibrio tra lavoro e benessere personale.

Grafico che illustra il rapporto tra conoscenza e piacere nel contesto della dignità umana.

La dignità umana, nel suo intreccio con identità e piacere, rappresenta un tema complesso e affascinante.
Giovanni Pico della Mirandola, nel suo celebre discorso, sottolinea come la dignitas derivi dal libero arbitrio e dalle scelte che gli uomini compiono nel corso della vita.
La ricerca della felicità si lega non al possesso, ma al godimento, come affermava Montaigne.
Il concetto di dignità può frantumarsi in contesti di insicurezza, conflitto e alienazione.
L’aggressività e la violenza, viste come espressioni del "male", trovano radici non solo nella biologia, ma anche nella cultura e nei contesti sociali.
La chiave per preservare la dignità risiede nell’educazione all’autoconsapevolezza e alla gestione delle emozioni, elementi fondamentali per evitare il fallimento dell’intelligenza e coltivare un’identità forte e resiliente.

Una piccola bandiera di stoffa bianca con la scritta "HELP" in rosso, simbolo di richiesta di aiuto, su uno sfondo di fogli a righe sovrapposti.

Il mobbing e il burnout sono problemi sempre più diffusi nel mondo del lavoro.
Il mobbing è una forma di persecuzione sistematica sul posto di lavoro, caratterizzata da attacchi frequenti e mirati, isolamento, cambiamenti di mansione e sabotaggio delle attività. I sintomi possono includere stress cronico, depressione, ansia e gravi ripercussioni sulla salute mentale e fisica.

Il burnout, invece, è uno stato di esaurimento psicofisico che colpisce soprattutto chi lavora in ambiti a forte impatto relazionale, come insegnanti e operatori sanitari. Si manifesta con stanchezza emotiva, ridotta efficienza lavorativa e senso di frustrazione.

Gli esperti suggeriscono diverse strategie per affrontare queste situazioni: imparare a difendersi, creare un ambiente di lavoro sano e adottare abitudini che favoriscano il benessere. Inoltre, è fondamentale cercare supporto legale e psicologico per proteggere la propria salute e carriera.

Un leader stilizzato guida un gruppo di persone su una freccia blu, simbolo di leadership e orientamento in un mondo frenetico.

Viviamo in un’epoca frenetica, in cui iperadattamento e stress mettono alla prova la nostra identità.
Superato il proprio livello soglia di stress, si rischia il crollo psicofisico.
Per affrontare questa realtà è necessario sviluppare flessibilità mentale, capacità di azione rapida e resilienza.
La leadership consapevole permette di gestire meglio le sfide, evitando l’adattamento eccessivo e mantenendo un equilibrio interiore.

La piramide di Maslow ci ricorda che la crescita personale parte dai bisogni primari e arriva all’autorealizzazione.
Come esprimere al meglio sé stessi?
Serve un mix di abilità cognitive, emotive e relazionali, senza dimenticare il ruolo cruciale della memoria e della gestione degli imprevisti.

Strategie chiave:
Autoconsapevolezza: valutare la propria forza e capacità di innovazione.
Intelligenza intuitiva: bilanciare sicurezza e apertura al nuovo.
Gestione delle emozioni: paura, tristezza e rabbia sono indicatori preziosi.
Abilità relazionali: comprendere il ruolo dell’interdipendenza e delle emozioni altrui.
Response-ability: non è ciò che accade, ma come reagiamo che fa la differenza.

Non correre, sii felice! A volte, prendersi una pausa e lasciare la mente vagare aiuta a ritrovare il proprio equilibrio. 

Ferdinando Pellegrino, psichiatra e psicoterapeuta, mentre parla durante una conferenza sulla leadership personale e la crescita individuale.

Come possiamo essere leader di noi stessi in un mondo complesso e in continuo cambiamento?

Essere leader di se stessi significa sviluppare consapevolezza, resilienza e intelligenza emotiva per affrontare le sfide della vita.
Il successo personale non dipende solo dal quoziente intellettivo, ma anche dalla capacità di gestire lo stress, potenziare le abilità cognitive ed emotive e migliorare le relazioni interpersonali.

Il fitness cognitivo-emotivo aiuta a rafforzare l’autostima e a sviluppare un approccio mentale flessibile; l’intelligenza intuitiva permette di prendere decisioni rapide ed efficaci.
Saper gestire gli imprevisti e trasformare il cambiamento in opportunità è fondamentale per la crescita personale.

Il primo passo per la leadership personale?
Riflettere su chi siamo, cosa vogliamo e come possiamo migliorare.
Scopri strategie pratiche per esprimere il meglio di te e guidare il tuo futuro con sicurezza.

 Immagine simbolica del fenomeno Blue Whale con la scritta “Blue Whale Suicide Game” in rosso.

Il Blue Whale è un fenomeno pericoloso che ha coinvolto oltre 50 adolescenti in Italia, secondo la Polizia Postale.
Questa sfida estrema sfrutta la vulnerabilità dei giovani, il cui cervello non è ancora pienamente sviluppato.

Secondo lo psichiatra Ferdinando Pellegrino, genitori e scuola devono agire: i primi monitorando e dedicando più tempo ai figli, i secondi utilizzando strumenti come la scrittura e il disegno per cogliere segnali di disagio.

Gli insegnanti devono osservare attentamente i cambiamenti nel comportamento degli studenti, perché un'alterazione improvvisa può indicare problemi profondi.
Ascoltare, dialogare e vigilare è essenziale per prevenire il peggio.

Con la campagna #fermiamolabalena, si vuole sensibilizzare e proteggere i giovani da questa minaccia invisibile.

Dadi con la scritta "TEACH" su un tavolo con libri sullo sfondo, simbolo dell'educazione e della formazione continua.

Lo stress degli insegnanti è un tema cruciale che non va affrontato con una "psichiatrizzazione" della scuola, ma con strumenti concreti. Secondo il dott. Ferdinando Pellegrino, è fondamentale valutare regolarmente il benessere psicologico dei docenti, come previsto dalla legge 81/2008.
L'aggiornamento continuo, il confronto e il supporto reciproco possono prevenire la noia lavorativa e migliorare la qualità dell'insegnamento. Invece di visite psichiatriche obbligatorie, la soluzione potrebbe essere l’istituzione di sportelli di ascolto o gruppi di discussione per condividere esperienze e strategie utili.

Uomo stressato alla scrivania con documenti e penna in mano, simbolo del carico di lavoro e della pressione professionale

Lo stress lavoro correlato è un problema sempre più diffuso, con gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale dei dipendenti e sulla produttività aziendale.
Durante il recente workshop sulla sicurezza sul lavoro, esperti hanno discusso l’importanza della valorizzazione delle risorse umane come fattore protettivo.
L’evento ha evidenziato come la prevenzione dello stress sia cruciale per evitare patologie come ansia, depressione e malattie cardiovascolari e ridurre fenomeni come assenteismo e presenteismo.
Tra i temi affrontati, si è parlato di strategie aziendali per il benessere, come programmi di salute mentale, gestione dello stress e sviluppo di competenze psicologiche e trasversali per migliorare motivazione e prestazioni.
Inoltre, è stato analizzato il concetto di "nice company to work for", aziende che investono attivamente nel miglioramento della qualità di vita dei propri dipendenti.
Il Dott. Pellegrino ha approfondito gli aspetti psicopatologici e organizzativi dello stress, evidenziando la necessità di test mirati per identificare i fattori di rischio e di percorsi di formazione per rafforzare resilienza, intelligenza emotiva e problem-solving.
Le aziende hanno il dovere di creare un ambiente di lavoro sano, favorendo la motivazione interiore e promuovendo strategie di adattamento efficaci.
Un'azione proattiva porta benefici sia ai lavoratori che all’organizzazione nel suo complesso.