STRESS MANAGEMENT

Lo stress nella vita quotidiana e nel mondo del lavoro

L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha, ed avrà, un impatto notevole sull’economia psichica dell’individuo sia per l’esperienza diretta o indiretta di esposizione al virus, sia per le misure di isolamento sociale adottate per contenere l’espansione virale, e per il clima generale di grande tensione che si è venuto a creare.

Dal punto di vista psicologico la popolazione è esposta ad un trauma inusuale, di portata eccezionale che ha sconvolto la vita di tutti; quello che sembrava un nemico lontano, appartenente ad un altro mondo, è arrivato in ogni luogo e famiglia con effetti psicologici devastanti.
Uno stesso evento traumatico o stressante può tuttavia essere vissuto in modo diverso; ogni persona ha un proprio modo di reagire agli eventi della vita e molti individui possono, nella crisi, trarre un vantaggio in termini di consapevolezza esistenziale e di identità.
Ciò vale ancor più in ambito lavorativo: lo stress lavorativo si presenta in una dimensione trasversale che coinvolge tutte le professioni e tutti i livelli professionali, dall’usciere al dirigente: la presenza di elevati livelli di stress compromette anche la funzionalità dell’organizzazione aziendale.
Un individuo stressato commette più errori, si ammala di più, rende di meno, si relaziona agli altri con difficoltà, non regge i ritmi dell’azienda, favorisce l’insorgenza di conflitti in ambito lavorativo, si vede notevolmente ridotta la propria qualità di vita, perde ogni motivazione progettuale rispetto a sé stesso, all’ambiente di lavoro, alla società.
Anche in tale contesto occorre pertanto far si che lo stato emergenziale possa essere gestito in modo migliore, diventando fonte di riadattamento e resilienza.
Se si esamina la reazione da stress si evidenzia come dopo una prima fase di sbandamento, di incredulità, di paura, si iniziano ad attivare dinamiche psicologiche di difesa che se da un lato possono innescare meccanismi adattivi disfunzionali, dall’altro possono indurre un cambiamento in positivo.
Superata la fase emergenziale caratterizzata prevalentemente da risposte immediate, reattive, in cui occorre mettere tutte le forze disponibili in campo per poterla fronteggiare, la persona inizia a riflettere, a raccogliere gli elementi psicologici che possano consentire di sopravvivere, di individuare idonee strategie di adattamento che le consentano di riorganizzare il proprio futuro partendo dalla realtà così com’è.
In questo modo prende forma la resilienza, dimensione psicologica della «prontezza ad agire nonostante le difficoltà, i traumi e i problemi della vita».
Grazie alla resilienza la persona riesce a cogliere nella crisi un’opportunità di crescita, riorganizzando la vita in rapporto a quanto successo.
Quale fattore dinamico e flessibile, la resilienza appare come espressione di una personalità matura, in grado di operare scelte audaci in momenti difficili, di andare avanti nella vita nonostante le difficoltà e i problemi.
Dal punto di vista psicologico è opportuno affinare le proprie capacità di affrontare i problemi evitando un inutile dispendio di energia e allineando le proprie aspettative umane e professionali a un livello realistico.
Anche in contesti e in situazioni particolarmente stressanti, come quella che stiamo affrontando, è possibile individuare modalità positive di adattamento.
La chiave di tutto – come sostiene Nassim Nicholas Taleb – è l’antifragilità in quanto l’incertezza non è solo una fonte di pericoli da cui difendersi: possiamo infatti trarre vantaggio dalla volatilità e dal disordine, perfino dagli errori.
L’antifragilità va al di là della resilienza e della robustezza, va oltre il trauma per porsi come modalità esistenziale di propendere al futuro, considerando le difficoltà e gli eventi disastrosi come ostacoli da superare e sfide da vincere.
Ciò, tradotto in termini pratici, apre le porte ad una nuova concettualizzazione della resilienza, la cui funzione è quella di consentire all’individuo di proteggere la sua integrità ed aprirsi delle vie alternative laddove viene a trovarsi sottoposto a pressioni difficili da sostenere.
Più in generale vi è la tendenza dell’individuo a sottoutilizzare e sottostimare le risorse disponibili poiché ad essere motivo di tensione o stress non sono solo gli eventi negativi della vita, ma anche la difficoltà a «dosare» il proprio livello di «tensione».
La domanda a cui bisogna rispondere è la seguente: cosa si può fare per conservare un adeguato livello di funzionamento individuale, familiare, lavorativo e sociale, evitando un inutile e dannoso dispendio di energia?
Per implementare la resilienza è necessario concentrarsi sugli aspetti positivi della personalità (tabella 1); in questo modo si apprende a meglio gestire l’attuale periodo storico di grande incertezza e tensione.
Da qui la necessità di realizzare all’interno delle Aziende adeguati programmi di prevenzione dello stress lavorativo attraverso strategie mirate alla formazione degli operatori per una qualificata gestione delle risorse umane.
Prioritario, in tal senso, un percorso formativo che favorisca l’implementazione del livello di competenza professionale idonea a fronteggiare l’attuale stato emergenziale.
In quest’ottica Stress Management è un volume che consente al dirigente – e non solo – di esplorare il proprio mondo emotivo per poterne valorizzare le risorse mentali, cognitive ed emotive; ciò consente di valutare il proprio rischio di stress e di intervenire preventivamente dove ve ne sia la necessità.

 

Tabella 1. Fattori psicologi che favoriscono la resilienza:

• avere fiducia in sé stessi ed essere autonomi
• saper riconoscere e gestire le proprie emozioni
• essere assertivi, intraprendenti e decisi
• saper gestire le situazioni difficili e i momenti di crisi
• sognare ad occhi aperti e progettare il futuro
• saper organizzare al meglio la propria vita e avere il controllo degli impegni assunti
• mantenere la calma in situazioni difficili
• risolvere i problemi senza disperdere eccessive energie
• essere innovativi, positivi, creativi
• avere fiducia negli altri, favorire le buone relazioni
• investire tempo nello studio per rafforzare le proprie conoscenze
• saper accettare i propri difetti
• imparare a dare il meglio di sé anche di fronte agli imprevisti
• saper affrontare le difficoltà al momento giusto e con fermezza
• favorire il confronto costruttivo con gli altri
• essere contenti e soddisfatti di sé stessi, sapersi rilassare.

Imparare ad avere consapevolezza del proprio modo di essere favorisce l’acquisizione di un modello mentale propenso ad attivare fattori dimensionali positivi, come la resilienza.

 

Per approfondire
• Pellegrino F, Vettori A, Stress management in ambito dirigenziale pubblico e privato, McGraw-Hill Education (Italy), Milano, 2021
• Pellegrino F, Esposito G, Burn-out, mobbing e malattie da stress, Positive Press, Verona, 2019

La Città. Quotidiano di Salerno e provincia - 27 novembre 2021
Ferdinando Pellegrino, Psichiatra - Salerno