Approccio psicosomatico al gambling. Per molti anni la medicina psicosomatica è stata considerata limitata ad una serie di disturbi o patologie ritenute tipicamente psicosomatiche, come il colon irritabile e l’asma; oggi si ritiene che la medicina psicosomatica possa essere
considerata la medicina in senso lato: ogni patologia ha in sé l’aspetto somatico e psichico.
In questo senso si pone al centro dell’intervento medico, sia preventivo che diagnostico o terapeutico, l’uomo e non la malattia, l’uomo con la sua storia individuale, familiare e sociale.
Ogni processo morboso deve essere considerato come “psicosomatico”, nel tentativo di superare definitivamente qualsiasi ipotesi di dualismo, favorendo un approccio al paziente certamente più completo e preciso.
Ma la medicina psicosomatica è anche e soprattutto promozione di benessere (salutogenesi), ponendosi in ogni caso l’obiettivo di potenziare la capacità di ogni individuo di utilizzare al meglio le proprie risorse.
Sia nella sofferenza che nel vivere quotidiano la psicologia del benessere contribuisce infatti alla crescita di una cultura in cui la consapevolezza, intesa come capacità di prendersi cura di sé, assume un ruolo di primaria importanza con ripercussioni positive sia nella prevenzione che nella gestione di qualsiasi forma di disagio psichico, come il gioco d’azzardo (gambling), argomento che affrontiamo in questo articolo.
La caratteristica principale del Gioco d’Azzardo Patologico è un “comportamento persistente, ricorrente, e maladattivo di gioco d’azzardo che compromette le attività personali, familiari, o lavorative”.
Il giocatore d’azzardo:
- è totalmente assorbito dal gioco
- ha bisogno di giocare con una sempre maggiore quantità di soldi
- non riesce a controllarsi, a fermarsi, a ridurre l’attitudine al gioco
- “giocando” evita i problemi o cerca un sollievo alla depressione
- anche dopo aver perso al gioco, ritorna a giocare
- mente ai propri familiari o amici, tende a minimizzare la portata delle perdite, è capace di compiere azione illegali per finanziare le perdite, è alla continua ricerca di soldi
- mette tutto in secondo piano (relazioni, lavoro, affetti…), rinunciando alle propria responsabilità quotidiana.
Il gambling è un disturbo psichico a se stante, invalidante, tendenzialmente cronico, difficile da trattare e con un’alta comorbidità per altre patologie psichiche; si instaura più facilmente su una personalità disturbata, fragile, impulsiva, con possibilità di presenza di disturbi relazionali o sociali.
Le conseguenze del disturbo sono gravi: il funzionamento globale del soggetto può diventare infatti progressivamente disfunzionale, fino ad essere completamente compromesso.
L’alta comorbidità del gambling riguarda l’alcolismo, l’abuso di sostanze, il disturbo di personalità antisociale, il disturbo di personalità narcisistico/borderline, la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo, la ciclotimia, il disturbo bipolare ed il suicidio.
Molti studi riportano un’incidenza di gioco d’azzardo patologico da otto a dieci volte maggiore in pazienti alcol-dipendenti rispetto alla popolazione generale. E’ stato infatti dimostrato che il 47% dei giocatori d’azzardo patologici e il 52% dei membri dei Giocatori Anonimi abusano di alcol e altre sostanze.
Senza entrare nel merito della patologia, ritenendo che debba essere diagnosticata precocemente e trattata esclusivamente da terapeuti esperti, è opportuno in questa sede esaminare alcuni aspetti che ritengo di fondamentale importanza per la comprensione del gambling.
1. L’alessitimia, concetto inizialmente confinato alla descrizione di alcune caratteristiche dei pazienti psicosomatici, si ritiene oggi molto diffusa e caratteristica di molte patologie, se non proprio alla base delle difficoltà affettive delle personalità dei nostri tempi.
In un campione di 1147 giocatori d’azzardo patologici il 31.4% presentava aspetti alexitimici, sia affettivi che cognitivi. Ciò fa pensare che questa struttura alexitimica possa rappresentare con ogni probabilità un importante fattore di predisposizione allo sviluppo della condotta patologica.
Il termine alexitimia esprime il concetto di “mancanza di parole per le emozioni”, è stato introdotto per la prima volta da Sifneos nel 1972 per descrivere un particolare stile cognitivo-emotivo caratterizzato dalla difficoltà di riconoscere e comunicare le emozioni. Si tratta di soggetti che non hanno parole per descrivere i propri sentimenti, che sembrano mancare anche dei sentimenti stessi, privi cioè di una vita emotiva della quale parlare.
Come osservava Sifneos nella società attuale gli individui predisposti a sviluppare alexitimia, quando divengono consapevoli dei loro deficit affettivi, possono sperimentare stati di alienazione sociale e disagio psichico tanto intollerabili da provocare il ricorso a condotte patologiche.
2. Sono presenti tratti di dipendenza, a specchio di una profonda immaturità, intesa come scarsa definizione dei confini dell’Io con assenza di autonomia funzionale; si tratta infatti di soggetti incapaci di assumersi le responsabilità della vita e di definire un proprio e chiaro progetto esistenziale, con bassa tolleranza alle frustrazioni; nei confronti dei familiari e di quanti si prendono cura di loro utilizzano ogni forma di ricatto pur di raggiungere il loro obiettivo, secondo una modalità compulsiva, senza curarsi dei danni che ne conseguono per sé e per gli altri.
3. Per quanto riguarda la comorbidità psichiatrica, è stata già segnalata l’elevata incidenza di sintomi depressivi in soggetti con gambling.
Spesso il gambling si associa a disturbi depressivi; è stato infatti riscontrato che i sintomi depressivi coesistono con questo disturbo e i punteggi alle scale di valutazione della depressione risultano correlati positivamente con la severità del gioco d'azzardo.
Circa il 50 % dei pazienti con gioco d'azzardo patologico riporta un'ideazione suicidaria e si ritiene che tra il 17 % e il 24 % di essi abbia tentato almeno una volta il suicidio.
Dal punto di vista terapeutico l’invio di questi pazienti ad operatori specializzati rappresenta l’unica strada da percorrere per un qualsiasi tipo di programma terapeutico, unitamente alla possibilità di un intervento integrato sulla famiglia.
L’approccio psicosomatico alle problematiche connesse al gambling mira ad integrare tutte le conoscenze del settore e a ridare unità ad un progetto di vita, spesso inesistente. Non appare infatti possibile alcun tipo di intervento senza considerare lo stile di vita del paziente, il grado di sviluppo del suo Io e dell’autostima, la propria propensione alla vita, come benessere psicofisico.
Non esistono allo stato trattamenti standard per il gioco d'azzardo patologico. I gruppi di auto-aiuto (Gamblers Anonymus) sono la forma d'intervento più diffusa. Gli studi sulla psicoterapia cognitivo-comportamentale suggeriscono che questo approccio, comprendente ristrutturazione cognitiva, problem solving, social skills training, possa essere efficace.
Si può chiedere aiuto al proprio medico di famiglia che potrà indirizzare il soggetto ad un Centro Specializzato, ad uno psichiatra o ad uno psicologo per la definizione della diagnosi e del percorso terapeutico.
Per approfondire:
Croce M, Zerbetto R, Il gioco & l’azzardo, Franco Angeli, Milano, 2001
Casolari L, Pellegrino F, Il benessere psicosomatico, Positive Press, Verona, 2004
Pellegrino F, Essere o non essere leader, Positive Press, Verona, 2002
Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e dei comportamenti a rischio - gambling.it