CORONAVIRUS: IL NEMICO INVISIBILE

Homo deus, Homo egotisticus o, ancor meglio, Homo narcissus, ovvero uomo narcisistico, assorbito da se stesso… ne parla Nicholas P. Money nel suo libro "La scimmia egoista, perché l’essere umano deve estinguersi", ...

aggiungendo che “con cervelli così straordinari, siamo tentati di credere che persino i problemi più grandi possano essere risolti, che la tecnologia ci salverà”, ma la realtà lascia cadere i miti, e l’uomo si ritrova a convivere con i limiti che la natura gli impone.
Questi limiti lo esasperano, lasciano cadere i vissuti di onnipotenza, mettendo a crudo la vera realtà. In ciò c’è chi si spaventa, chi si rinchiude in casa, chi evita qualsiasi contatto con gli altri, chi segue alla lettera ogni precauzione, c’è chi invece scotomizza la realtà ridendoci sopra, riaffermando la propria sovranità nella recondita e forse convinta speranza che a lui, proprio a lui, non accadrà mai niente. In altri prevale un’ingenua, quanto mai disarmante, incoscienza.
Nella realtà dei fatti si lotta contro l’invisibile, contro un rischio totale ma non percepibile, contro qualcosa di fumoso, ma potentemente pervasivo e distruttivo: il coronavirus è ovunque, ove meno te l’aspetti, nell’aria, nella vita di tutti i giorni.
Non c’è da evitare un comportamento particolarmente a rischio come può essere per l’HIV, una regola precisa che per lo meno ti dà una buona dose di garanzia di immunità: il coronavirus supera ogni immaginazione ed invade ogni cosa.
Dal punto di vista psicologico lo stress aumenta a dismisura, senza possibilità di controllo.
Il livello di stress che ciascuna persona può gestire ha un limite, superato il quale si entra in affanno, nell’area di rischio psicosomatica; lo stress è tanto più gestibile quanto più la situazione o gli eventi da affrontare sono individuabili e controllabili.
Il coronavirsus è un nemico invisibile, non individuabile, un virus che prende il sopravvento sulla razionalità e sull’emotività dell’uomo perché non può essere “controllato”.
Questa dimensione – il non controllo – mette l’uomo in crisi ed aumenta a dismisura il suo livello di ansia.
Lo stress diventa così fonte di disagio e sofferenza, fino a mettere in difficoltà ogni posizione difensiva dell’individuo, smantellando ogni forza, ogni forma di resistenza.
Lo stress legato a situazioni di cui non si ha il controllo è nocivo; per questo motivo il coronavirus è da considerare dal punto di vista psicologico un agente in grado di destabilizzare l’equilibrio di una persona.
Mai come in questo caso occorre prudenza e sano ottimismo, occorre spingere verso dinamiche psicologiche – come la resilienza – in grado di aiutare l’individuo a meglio gestire questa situazione di grande incertezza.