Arrigo Sacchi non sa affrontarlo. Con lui, almeno altri 12 milioni di italiani. Lo psichiatra: <<In giusta dose fa bene, ma ognuno ha il suo limite>>.
Era già successo nel 1998 quando allenava il Parma. Poi nel 2001, sulla panchina dell’Atletico Madrid. Nel frattempo però la battaglia di Arrigo Sacchi

scacco allo stresssembrava vinta. E invece no: <<Con dispiacere lascio un incarico cui tengo molto>>, ha spiegato dando l’addio al suo ruolo di coordinatore delle nazionali giovanili di calcio che gestiva ormai dal 2010, <<ma ho un avversario terribile che sono riuscito a governare per 22-23 anni. E’ ormai il mio tarlo ed è lo stress>>. Un nemico silenzioso e distruttivo che rischia di rovinare la vita e persino la salute. Non solo quella di un personaggio pubblico, come l’ex allenatore dai tanti successi.
E voi? Siete in vacanza? Perfetto, è il momento migliore per pensare a come neutralizzarlo e persino come farci amicizia. <<Innanzitutto sfatiamo un mito: lo stress non è per forza il male assoluto>>. A sparigliare le carte ci pensa Ferdinando Pellegrino, psichiatra ed esperto nella cura dei disturbi da ansia e stress. <<Si tratta di un livello generale di attivazione dell’attenzione che non solo ci consente di gestire i problemi quotidiani e fronteggiare situazioni impreviste, ma anche di essere curiosi del mondo. Insomma, ci aiuta anche a goderci la vita>>. La sua origine è molto antica: << L’uomo primitivo doveva per forza “stressarsi” perché, se non fosse stato sempre all’erta non sarebbe sopravvissuto all’attacco degli animali feroci. Ora, noi non viviamo più cacciando, ma il cervello tende ancora a reagire nello stesso modo>>. Tutto questo dunque è un bene, ma solo se si resta entro certi limiti. <<Che per ognuno>>, continua lo specialista, <<sono del tutto diversi. Ci sono condizioni che per alcuni sono insopportabili, semplicemente perché rievocano momenti poco piacevoli, mentre per altri sono la norma. E viceversa. Fatto sta che a un certo punto ci si accorge di non reggere più>>.
Come è successo a Sacchi, insomma. E come accade ogni giorno ad almeno 12 milioni di italiani che, come accertato da un recente sondaggio di Astraricerche per la multinazionale Sanofi, non riescono più a dormire bene. <<L’alterazione del riposo è uno di quei campanelli d’allarme che devono far riflettere>>, spiega Pellegrino. <<Quando si ha l’angosciante sensazione di perdere il controllo tanto che le proprie abitudini quotidiane vengono stravolte occorre fermarsi. E mettere un punto>>. In concreto, dunque attenti alla sensazione di stanchezza perenne, all’aumento della fame o al contrario all’assenza dell’appetito. Se poi diminuisce l’interesse per il partner e compaiono mal di testa, sudori freddi e palpitazioni, allora è proprio il caso di dire basta. <<Ci siamo convinti di poterci adattare a qualunque tipo di impegno: il lavoro, la famiglia, la cura della casa. Vogliamo fare tutto, ma non è possibile. Bisogna prenderne atto e farsene una ragione>>.
Proprio per questo, forse, Sacchi ha fatto riferimento alle sue figlie, ammettendo di essere stato un padre poco presente. << Approfittate della pausa estiva per affrontare la vita con lentezza e recuperare i valori autentici della vita>>, continua lo psichiatra. <<Un po’ di sport all’aria aperta, magari insieme con le persone a cui vogliamo bene, è un aiuto straordinario perché libera la dopamina, un antidepressivo naturale del cervello>>. E se no basta? <<Non abbiate paura di chiedere aiuto a uno specialista: fate un passo indietro e domandatevi se vale la pena di stare così male, di rischiare la salute. La risposta è sempre la stessa>>.

I CAMPANELLI D’ALLARME
Occhio a tavola e sesso
1. Il sonno. Se si è stressati può capitare di non riuscire ad addormentarsi oppure di svegliarsi di notte senza riuscire più a chiudere occhio,
2. La dieta. Voglia di strafare a tavola, abbuffandosi magari di dolci e cibi poco sani è un indice di stress. Ma lo è anche l’improvvisa mancanza di appetito.
3. Il rapporto con il partner. Se il desiderio di fare l’amore cala può essere colpa di altri pensieri difficili da affrontare.
4. L’angoscia. Il pensiero ricorrente di non riuscire più a fronteggiare gli impegni della giornata è un sintomo tipico.
5. Sudore freddo e palpitazioni. A questo punto, il malessere interiore si riflette sul corpo con conseguenze potenzialmente pericolose: è il momento di rivolgersi a uno specialista.

 

Alessandra Gavazzi –Gente numero 34, 26 agosto 2014
Ferdinando Pellegrino - Psichiatra, psicoterapeuta