DEPRESSIONE DIAGNOSI

Il 10-15% degli adulti va incontro ad un episodio depressivo, i tassi di depressione sono crescenti, l’età di esordio è in calo ed aumenta il rischio di ricadute consecutive ad ogni episodio.
Ciò equivale a dire che la depressione rappresenta una vera emergenza che comporta una notevole riduzione della qualità della vita.
La depressione tuttavia non sempre viene riconosciuta e, anche quando 

persona depressa diagnosticata, spesso non riceve un trattamento adeguato, nonostante, come ha più volte sottolineato l’Organizzazione Mondiale della sanità, sono disponibili trattamenti efficaci.
Dal punto di vista clinico il problema centrale resta quello di formulare una diagnosi corretta che deve considerare la molteplicità delle manifestazioni cliniche della depressione, ed in particolare la possibilità che sintomi fisici possano essere l’espressione di una depressione.
La complessa sintomatologia della depressione si raggruppa infatti in tre principali tipologie di sintomi: affettivi, cognitivi e somatici.
I sintomi affettivi sono caratterizzati, ad esempio, da depressione del tono dell’umore, perdita di interesse o piacere per l’ambiente circostante e ansia.
I sintomi cognitivi sono catterizzati da difficoltà alla concentrazione, vuoti di memoria, distorsioni cognitive e difficoltà a prendere decisioni.
I sintomi somatici possono invece essere molteplici e riguardare diversi organi o apparati: alterazioni dell’appetito, costipazione, mal di testa, aumento o calo di peso, affaticabilità.
La depressione può quindi manifestarsi anche con uno o più sintomi fisici (affaticamento,
dolore) e solo un’ulteriore indagine psicologica può far emerge il nucleo depressivo che sottende il quadro clinico, consentendo così la formulazione di un adeguato trattamento.
Un’analisi attenta delle scale di valutazione psichiatriche per la depressione e dei sistemi nosografici utilizzati in psichiatria consente di riflettere sul fatto che molte manifestazioni somatiche sono parte integrante dei sintomi depressivi.
Nella Scala di Hamilton per la depressione si ritrovano infatti sintomi come:
ansia somatica (secchezza delle fauci, meteorismo, crampi, palpitazioni, cefalea, sudorazione…);
sintomi somatici gastroenterici (senso di peso all’addome, perdita dell’appetito…);
sintomi somatici generali (pesantezza agli arti, alla schiena, dolori muscolari, perdita di energia e facile affaticabilità);
sintomi genitali (calo del desiderio sessuale, disturbi mestruali);
perdita di peso.
Ciò che spesso rende difficile la diagnosi è quindi il prevalere della sintomatologia fisica della depressione, quando cioè l’unica espressività clinica è di tipo “somatico”; un paziente infatti può negare di sentirsi depresso e non presentare sintomi affettivi; può presentarsi invece con uno o più sintomi somatici.
La realtà clinica è complessa e molti sintomi della depressione sono gli stessi delle patologie organiche: dolore, vertigini, stanchezza, malessere generale, problemi gastrointestinali, insonnia, precordialgie o altri sintomi.
Per questi motivi la diagnosi deve essere circostanziata e deve prima escludere la presenza di patologie organiche come le disfunzioni tiroidee o il diabete.
Le caratteristiche principali dei sintomi somatici quali espressione di un quadro depressivo sono di essere clinicamente non spiegabili, spesso vaghi, numerosi, variabili e tendenzialmente cronici.
I pazienti tendono infatti a frequentare con insolita frequenza gli ambulatori medici (doctor shopping) e a non sentirsi rassicurati nonostante le assicurazioni del medico e la negatività degli esami eseguiti.
Quando tuttavia la depressione si presenta in comorbidità con una malattia fisica (morbo di Parkinson e depressione…) o psichica (attacchi di panico e depressione…) la prognosi di entrambe é peggiore, con una notevole compromissione della qualità della vita.
Appare pertanto importante riflettere sulle ragioni per le quali un soggetto consulta il proprio medico e avere l’accortezza di considerare di routine una valutazione delle sue condizioni psichiche, con particolare riferimento alla presenza di un quadro depressivo.
La maggiore prevalenza dell’espressività somatica della depressione rapportata a quella psichica ci invita dunque ad essere particolarmente attenti sul versante della diagnosi differenziale.
I sintomi fisici rappresentano pertanto, per la loro frequenza, un fattore di rischio rispetto al non riconoscimento di un quadro depressivo e la loro valutazione e considerazione sia nella fase diagnostica che terapeutica appare di estrema importanza.
Un aspetto importante riguarda la necessità di adottare nei confronti del paziente un approccio appropriato che prevede un atteggiamento di accoglienza e rispetto dei sintomi, onde evitare inutili incomprensioni.
Se infatti il paziente esprime la depressione in modo prevalente con sintomi fisici la risposta del medico deve seguire lo stesso linguaggio.
Vanno pertanto richiesti approfondimenti clinico-strumentali, utili peraltro ad escludere la presenza di patologie organiche o di disturbi secondari all’uso di farmaci o sostanze d’abuso.
Ciò implica la necessità di rispettare la realtà clinica, riservando ogni comunicazione di possibili cause psicologiche dei sintomi al momento opportuno, quando cioè il medico è riuscito ad instaurare una buona relazione e a comprendere le esigenze psicologiche del paziente (pazienza clinica).
Il trattamento della depressione nella molteplicità delle sue manifestazioni cliniche è indirizzato verso strumenti terapeutici, sia farmacologici che psicoterapeutici, in grado di determinare una completa efficacia clinica, evitando l’instaurarsi di sintomatologie residuali che riducono la qualità della vita del paziente e lo espongono ad un maggiore rischio di ricaduta.